Analisi

Ottimizzare la User Experience per l’e-commerce e i beni di consumo

Analisi

Ottimizzare la User Experience per l’e-commerce e i beni di consumo


Anche se i consumatori globali non hanno ancora adottato l’e-commerce per tutte le categorie, il panorama dei prodotti alimentari e di bellezza sta cambiando rapidamente.

Adesso è il momento di migliorare l’UX (user experience) per fidelizzare e soddisfare gli acquirenti di beni di consumo, creando un’esperienza dinamica sui siti web.  


Gli shopper italiani stanno passando all’online 

Per i consumatori online, la connettività è un fattore significativo: ha migliorato la capacità dei consumatori di ricercare e confrontare prodotti e servizi, ne indica la disponibilità e i prezzi, e favorisce l’ordine e la consegna dei prodotti nei luoghi e negli orari desiderati. 

I consumatori sono sempre più disposti a espandere i loro comportamenti di acquisto online, in particolare estendendoli a generi alimentari come bevande alcoliche e generi confezionati. Nell’ultimo periodo anche i generi alimentari freschi, la verdura e la carne hanno guadagnato una fetta di mercato online. 

In Italia, la percentuale di consumatori che acquista prodotti di largo consumo online si è stabilizzata su un livello intorno al 43%. Si prevede che, nei prossimi mesi e anni, tutta l’Europa seguirà questo trend, determinando un cambiamento decisivo e duraturo per il mercato alimentare. 


Un mosaico di acquirenti online da soddisfare

Per rendere l’e-commerce profittevole, manufacturer e i retailer devono comprendere l’uso, il comportamento e le abitudini online dei consumatori, oltre che le differenze tra ogni gruppo di acquirenti. 

Indipendentemente dal paese, non esiste un unico tipo di acquirente online. Dai “rookie” ai “digital native”, esiste una grande varietà di e-shopper. 

In Italia, il 14% degli e-shopper è “digital rooted”, mentre nel Regno Unito questa percentuale raggiunge addirittura il 42%; molto più di qualsiasi altro paese europeo. Questi e-shopper sono “on-life”, ovvero vivono online, e usano internet ovunque, durante ogni fase del loro percorso di acquisto, sfruttando i dispositivi connessi all’Internet of things (loT).  

Tuttavia, i retailer e i produttori, anche nel Regno Unito, non possono capitalizzare soltanto sui “digital native”. Tra gli altri tipi possiamo trovare i “digital bouncer” che rappresentano 1 su 4 e-shopper e non possono essere ignorati. Questi acquirenti sono soliti usare internet prima e dopo l’acquisto, ma l’atto dell’acquisto di un prodotto avviene ancora offline.  

La comprensione dell’intero percorso di acquisto di ogni gruppo target è la chiave per gli attori online: dovranno soddisfare le loro esigenze online, influenzare i loro acquisti offline e, infine, portare i consumatori ad acquistare online. 

Agisci in modo deciso per il tuo e-commerce 

È il momento di assicurarsi una visione più ampia del panorama e-commerce e delle potenziali opportunità in questo canale in continua evoluzione. 

Non cercare altrove.  


Attivare i giusti trigger 

Avendo ben chiari i diversi tipi di acquirenti, brand e retailer hanno la possibilità di rivolgersi a ognuno di essi con i trigger più rilevanti. 

Per la maggior parte degli acquirenti, la convenienza è il principale facilitatore dell’e-commerce: cercano esperienze rapide e semplici che facciano risparmiare tempo, riducano gli ostacoli e siano piacevoli. 

Implementare una vasta gamma di asset può fare la differenza. I processi che riducono le perdite di tempo, l’offerta della consegna gratuita per carrelli dal valore elevato, la reattività del servizio clienti e una vasta gamma di prodotti costituiscono le risorse che incoraggiano i consumatori ad acquistare articoli alimentari online. 

Inoltre, la considerevole disponibilità dei consumatori disposti a provare diverse opzioni di acquisto, pagamento e consegna è cresciuta nel corso degli anni, creando una user experience più fluida. 

D’altra parte, alcuni fattori possono influenzare negativamente la scelta dell’acquisto online, come ad esempio: 

  • Assortimento limitato di beni di largo consumo; 
  • Incapacità di toccare e annusare frutta e verdura; 
  • Difficoltà a trovare i prodotti alimentari giusti; 
  • Frequenza di esaurimento dei prodotti; 
  • Mancanza di informazioni sugli articoli; 
  • Navigazione poco chiara da una pagina all’altra; 
  • Opzioni inadeguate relative al pagamento o al recupero dell’ordine. 

Clément Colin, European e-commerce leader di NielsenIQ, ritiene che esista un punto di vista diverso tra retailer e brand. 

“I retailer che riusciranno a rispondere alle esigenze degli acquirenti aumenteranno il numero di consumatori che scelgono l’e-commerce in tutte le categorie alimentari. I produttori, però, devono considerare che gli acquirenti online tendono a essere più fedeli a un sito web, piuttosto che a un brand. Pertanto, possono essere interessati a scavalcare i retailer e guadagnarsi un contatto diretto con i propri acquirenti”.


Caffè in 10 minuti: una rivoluzione per l’utente? 

Di recente, il mondo dell’e-commerce ha visto molti sviluppi. Uno, in particolare, non può essere ignorato: l’ascesa del “quick commerce”. Cosa succede se scopri di aver terminato il caffè in casa mentre degli ospiti stanno suonando il campanello? Non hai abbastanza funghi per il risotto quando inizi a cucinare? Vuoi ordinare una bottiglia di vino mentre sei in auto e stai per arrivare a casa di un amico che ti ha invitato a cena?  

La promessa può sembrare irraggiungibile a prima vista, ma Getir, Gorillas e Flink, tra gli altri, consegnano in 10 o 15 minuti grazie ai dark store che stanno aprendo in molte città europee. Questa forma di e-commerce dalla “consegna rapida” ha catturato l’attenzione nel mondo del largo consumo, ed è pronta a rivoluzionare le best practice standard dell’e-commerce. 

Il “quick commerce” è la prossima frontiera? Teniamolo d’occhio. 

“Qualunque sia il tipo di e-commerce, una volta stabilita una relazione con l’acquirente, il passo successivo è attivarla”, aggiunge Colin. “Soprattutto se gli acquisti sono fatti con una frequenza specifica. In questo modo, gli attori on-line trasformano l’esperienza in una sorta di abbonamento, che risulta sicuramente il modo migliore per fidelizzare l’acquirente”. 


Metodologia 

NielsenIQ Shopper Survey.  

  • Gli acquirenti Digital Unplugged sono riluttanti a usare qualsiasi dispositivo digitale e fanno acquisti solo ed esclusivamente offline. 
  • Gli acquirenti Digital Rookie usano internet, ma provano ancora con un po’ di diffidenza. Il negozio fisico è il loro punto di riferimento, ma stanno cercando di muoversi nel mondo digitale nonostante utilizzino una tecnologia obsoleta e acquistino principalmente tramite PC.  
  • Gli acquirenti Digital Bouncer utilizzano internet prima e dopo l’acquisto, ma l’atto dell’acquisto di un prodotto avviene ancora offline. 
  • Gli acquirenti Digital Engaged utilizzano internet senza alcun problema (specialmente dai dispositivi mobili). Sono anche disposti a usare nuove e più evolute soluzioni di pagamento. 
  • Gli acquirenti Digital Native vivono online e usano internet ovunque, durante ogni fase del loro percorso di acquisto, sfruttando i dispositivi connessi e l’Internet of things (IoT).