Nell’ultimo anno, l’incremento generalizzato dei prezzi ha messo a dura prova gli italiani, che hanno dovuto ripensare in qualche modo il proprio stile di vita e – in alcun casi – ridurre le spese per riuscire a far quadrare i bilanci familiari. La decisione di rinunciare a qualche acquisto ma soprattutto la scelta di quali voci di spesa tagliare sono però diverse se andiamo ad analizzare i diversi segmenti della popolazione italiana.
Secondo i dati di GfK Sinottica, nel periodo compreso tra aprile e giugno 2023, il 68% degli italiani dichiara di aver ridotto i propri acquisti negli ultimi sei mesi. Un dato in crescita di 5 punti rispetto all’ultimo trimestre del 2022.
Guardando alle differenze tra le diverse generazione, emerge come siano stati soprattutto Millennials, Gen X e Boomers ad attivarsi in modo più deciso: il 70% risponde infatti di aver tagliato le proprie spese, una percentuale in aumento rispetto lo scorso autunno.
Anche la Generazione Z sembra subire gli effetti del carovita: in questo caso la percentuale di che afferma di aver ridotto gli acquisti negli ultimi sei mesi è inferiore alla media della popolazione (56%), ma in netta crescita rispetto agli ultimi mesi del 2022 (+10%). Si tratta dell’incremento più significativo registrato nel periodo considerato, tra le diverse generazioni.
Differenze significative tra le diverse fasce di età emergono anche quando si analizzano le voci di spesa che sono state tagliate per far fronte all’inflazione:
- I Boomers «tagliano» in modo deciso su diverse voci (in particolare ristoranti, viaggi e vacanze, abbigliamento, uso dell’automobile) lasciando emergere un’oculatezza più «tradizionale» che privilegia la parsimonia sui consumi reputati come non necessari. Particolare attenzione viene anche dedicata al contenimento dei consumi energetici, tanto che è su questi segmenti che si scaricano maggiormente i comportamenti «antispreco» più virtuosi.
- GenX e Millennials – che probabilmente condividono un diverso significato di “necessario» –diversificano maggiormente tagliando un numero maggiore di categorie. Non ci sono aree di risparmio più spiccate di altre: in una logica di opportunismo, informazione, capacità di «non rinuncia al benessere e alle esperienze» che si basa su strategie di acquisto assolutamente contemporanee (semplificazione, multicanalità, digital…)
Più in generale, mettendo a confronto le diverse generazioni emergono chiaramente delle differenze rispetto alle macro logiche che sottendono gli acquisti: per i più giovani (Gen Z) i principali driver di scelta sono l’estetica, la distintività, la personalizzazione – tutti elementi che sostengono la definizione del sé, l’autoaffermazione, l’identità. Le fasce di età tardo giovani (Millennial e Gen X) mettono al centro il benessere, la semplificazione e il piacere del consumo, mentre i segmenti più maturi danno valore soprattutto al contenuto essenziale, alla fiducia e alla concretezza.
Approfondiremo queste tematiche nel prossimo articolo dedicato all’analisi delle Generazioni sulla base degli insight GfK Sinottica.