Galleria Linkontro
Rivivi i momenti migliori de Linkontro 2023 con la nostra video gallery e sfoglia le opere della prima mostra nel mondo del largo consumo creata da un artista affiancato da un’intelligenza artificiale.
L’arte di due intelligenze complici
La mostra d’arte de Linkontro si propone di raccontare storie dei protagonisti del nostro mondo, Marca & Insegna, attraverso l’arte.
Per l’edizione 2023, la Galleria Eccellenza ha ospitato la prima mostra del largo consumo realizzata “a quattro mani” da un artista affiancato dall’A.I..
Un incontro da cui prende vita un percorso creativo e culturale di assoluta originalità, che genera spunti di riflessione sul rapporto tra uomo e macchina, sul futuro e su una nuova visione del mondo, ponendoci di fronte a un punto di vista totalmente inedito sulla nostra realtà, compresa quella di Marca & Insegna.
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Com’è nata l’idea di affiancarsi all’intelligenza artificiale per creare delle opere d’arte?
Nel 2020 conobbi uno dei primi siti web che si occupavano di intelligenza artificiale applicata alla stesura di testi. Una piattaforma primordiale rispetto all’attuale, moderno (noioso, prevedibile) ChatGPT. La sera stessa decisi che avrei scritto il primo libro mai pubblicato con questo sistema, cosa che ho fatto nel 2022. Le immagini AI-generated, invece, sono un amore successivo. Ho cominciato nel 2021 con Hypnogram, limitato ma ricco di spunti, per poi passare a Dall-E e infine a Midjourney. Attualmente lavoro combinando diverse piattaforme a seconda dello scopo finale.
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Come ti sei approcciato alla “macchina” per realizzare le opere presenti nella Galleria?
Premettiamo che le immagini seguono l’iter prompt to image. Il prompt è l’istruzione impartita all’IA. Più specifica è l’istruzione, più il risultato rispecchierà le aspettative pur riservando sorprese, in genere gradite. Ad esempio chiedi al sistema un girasole; ottieni il tuo girasole incorniciato in un bel tramonto che non avevi richiesto; ottimo! Puoi decidere se appassionarti al tramonto e ottenerne infinite varianti o aggiungere al tuo prompt l’istruzione “–no sunset” o “rain::2” (l’istruzione ::2 in un range da -2 a +2 indica quanto importanti siano la presenza e la raffigurazione della parola che precede il numero). Libertà quasi assoluta, della quale fare tesoro.
Lavorare per un committente significa sperimentare all’interno di un brief che va “tradotto” e adattato alle pur immense possibilità dell’IA. Mettiamo che la parola chiave sia “velocità”: inizierò con qualche decina di esperimenti chiedendo alla macchina di raffigurare un falco in picchiata, un bullet train giapponese, una finale dei 100 metri o tutto ciò che la parola mi ispira. Chiamo questa fase “bozzetto”. Il risultato può essere A = A (es. auto veloce = auto veloce), o meglio ancora A = A1 (auto veloce = auto volante); ebbene la seconda possibilità è quella più fertile e prolifica. Così funziona con i valori incarnati dal brand: “famiglia, condivisione” possono sfociare nell’immagine di persone felici che si scambiano doni (e avremo A = A, risultato corretto che sperabilmente soddisfa la richiesta iniziale); oppure evocare immagini di intimità, fiducia e gioia che non sono la versione visiva del brief ma una sua evoluzione (ecco A = A1, alberi secolari insieme ad alberi più giovani – famiglia – che protendono i rami verso la medesima luce – condivisione –).
Va precisato che prompt simili tra loro possono determinare risultati molto differenti a seconda delle parole usate, addirittura a seconda della collocazione delle parole nell’enunciato; da una parte è vero che grazie alle tecnologie attuali scriviamo bicicletta e otteniamo l’immagine di una bicicletta ineccepibile (ma tutto ciò che non è strettamente bicicletta – sfondo, ambientazione, luci, eventuali persone, oggetti – viene deciso dall’IA); dall’altra, proponendo alla nostra interlocutrice bicicletta verde inquadrata di fronte, appoggiata al cavalletto in una strada sterrata, manubrio lievemente girato verso destra, Siena sullo sfondo, alba, luce alle spalle dell’osservatore l’IA mostrerà i muscoli restituendo un’immagine che risponde il più precisamente possibile alla richiesta, senza componenti “casuali”.
Il risultato ideale secondo me è una combinazione dei due approcci: istruzione precisa e spazio per lo stupore di fronte alle proposte dell’IA.
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Quali sono state le sfide che hai affrontato nel tradurre i valori e l’identità delle aziende committenti in opere d’arte?
Il difficile è stato non cadere nel luogo comune, quel “A=A” che menzionavo prima, bensì esplorare i percorsi differenti che i brief suggerivano. Un esempio: il claim “il piacere di fare la spesa” di VéGé è un tratto distintivo, solido e acquisito da decenni; ma il mandato, per questo come per gli altri committenti, non era realizzare una campagna pubblicitaria, che in genere – per aziende del genere – consiste nel descrivere ed esaltare l’esperienza diretta del consumatore a tu per tu con il prodotto; il mandato era descrivere un mondo di valori ed esperienza incarnati dal marchio attraverso un’immagine. Ebbene, io ho cercato di collocarli in un “luogo del cuore” – il cielo, il viaggio – che non attiene direttamente a tali valori ma secondo me li evoca; ho conservato l’elemento più caratteristico dell’esperienza in un supermarket, il carrello della spesa, trasferendolo in un contesto che suggeriva i concetti di spazio, agio, leggerezza (del mangiare sano e della cifra indicata sullo scontrino); insomma l’esperienza del consumatore, che percorre un itinerario piacevole e “sicuro” sapendo di poter contare sull’affidabilità del mezzo di trasporto utilizzato. Ed ecco nascere il carrello-mongolfiera per rappresentare, appunto, il piacere di fare la spesa.